mercoledì 15 dicembre 2010

ALESSANDRA MUSSOLINI E AMATO BERARDI (PDL) A "NATALE INSIEME PER L'ABRUZZO", LA TRE GIORNI DI SOLIDARIETA' DEGLI ITALOAMERICANI

Si è chiusa Oltreoceano la tre giorni all’insegna della solidarietà per l’Abruzzo: questo il significato di Natale Insieme 2010, festa approntata dagli italoamericani per i fratelli sfortunati della madrepatria.
Per Amato Berardi, deputato PDL eletto in Nord e Centro America e attivo promotore dell’iniziativa, si è trattato di un grande successo. “Anche quest’anno, tante persone, non solo italoamericane, hanno deciso di unirsi a noi per rivolgere il proprio generoso pensiero alla martoriata terra abruzzese. Dobbiamo dire grazie a costoro se abbiamo potuto moltiplicare gli sforzi, prevedendo non più soltanto un evento, ma tre serate mondane a scopo filantropico in città complesse quali Philadelphia, New York, Boston”.
Un bilancio importante. “Decisamente sì –prosegue Berardi- anche considerando che, dopo esserci concentrati su un’area di per sé molto estesa, la macchina organizzativa si è dovuta concretamente spostare ogni 24 ore, rigenerandosi in modo perfetto nella tappa successiva, con intuibili problemi non soltanto logistici”.
I primi dati, però, dicono che tale impegno è stato premiato. “L’Anffas, Casa Famiglia d’Abruzzo, è beneficiario diretto delle risorse cedute dai partecipanti alle serate. Somme rilevanti, che, grazie anche al grande cuore americano, potranno essere di sollievo alle casse dell’ente di assistenza.
Tra la folla non potevano mancare autorità locali così come numerosi protagonisti del variegato mondo italoamericano –imprenditori, professionisti, funzionari pubblici, come pure esponenti dello show business e rappresentanti del mondo della carta stampata e dell’informazione radiotelevisiva. Tutti insieme, per una manifestazione diversa dalle altre.
I consoli generali d’Italia, Luigi Scotto, Laura Aghilarre e Giuseppe Pastorelli hanno presenziato alle serate nelle rispettive aree di competenza, la Città dei Padri Fondatori, New York e Boston, dove sono convenuti gli stessi presidenti e consiglieri dei Com.It.Es. (Comitati degli italiani all'estero), peraltro a ranghi completi nella città del Massachusetts, nonché il Senatore statale Sal Di Domenico e la Federazione delle Società italoamericane –che racchiude nel suo seno 15 associazioni a cavallo tra Italia e USA- con l’attiva presenza dei membri di origine abruzzese.
E’ volata negli USA per intervenire a Natale Insieme anche l’on. Alessandra Mussolini, presidente Commissione Infanzia della Camera. L’abbiamo raggiunta al telefono. “Sono da sempre profondamente legata a questo popolo e agli italoamericani in particolare, così attenti al valore delle proprie radici culturali. Molto meglio –soggiunge sferzante il deputato PDL- di certa sinistra in Italia! Ma, al di là delle battute, quella in terra americana –dichiara ora emozionata la Mussolini- è stata un’esperienza esaltante, forte, di grande impatto umano anche per il calore e l’affetto testimoniati dagli statunitensi nei confronti dell’Abruzzo. L’America ci ha consegnato una nuova lezione di civiltà”.

                                                                       Andrea Liberati
                                                                       Ufficio Stampa on. Amato Berardi

martedì 14 dicembre 2010

FIDUCIA, 314 SI' VS 311 NO. AMATO BERARDI (PDL): “IL PARLAMENTO HA DETTO NO A MANOVRE CORSARE. ORA GOVERNO PIU’ FORTE, VERSO L’ALLARGAMENTO”

Silvio Berlusconi
Avevamo previsto in questa fase fino a cinque voti in più per il Governo: la nostra ipotesi si è rivelata fondata. E credo che, nei prossimi giorni, potremmo registrare un consenso ancora maggiore.” Così Amato Berardi, deputato italoamericano del PDL, dopo il voto di stamane che, sia al Senato che alla Camera, ha riconfermato la fiducia al Governo.
Quella perseguita è stata una manovra corsara, infine naufragata –afferma Berardi- I contraccolpi non possono che ricadere sull’opposizione, specie su quella parte che, senza troppi complimenti, avrebbe voluto chiudere un’esperienza di governo sempre riconfermata dal voto popolare.
Nel frattempo, nel centro di Roma, poco lontano dal Parlamento, stanno spuntando assurdi roghi. “In un momento politico così delicato, un manipolo di teppisti sta tentando di mettere a ferro e a fuoco la Capitale: l’Italia non è questo, eppure verrà rappresentata anche con tali immagini dai media stranieri.”
Conclude Berardi: “Siamo sempre stati dalla parte dell’Italia e degli italiani: anche questo atteggiamento è stato premiante. Sono convinto che ora il presidente Silvio Berlusconi, subito dopo l’incontro con il Capo dello Stato, proseguirà nell’azione di rafforzamento dell’Esecutivo. Riuscirà pienamente.”
Intanto tra poco, alle 17, il premier salirà al Quirinale.

                                                 Andrea Liberati  
                                                 Ufficio Stampa on. Amato Berardi

NEWS! IL GOVERNO BERLUSCONI OTTERRA’ LA FIDUCIA ANCHE ALLA CAMERA. AMATO BERARDI (PdL): “FINO A CINQUE VOTI IN PIU’ PER BERLUSCONI”

Entro il primo pomeriggio di oggi conosceremo l’esito del voto sulla mozione di sfiducia presentata dal centrosinistra contro il Governo Berlusconi, ma già sin d’ora il deputato Amato Berardi (PdL Estero) si lancia in una previsione confortante per la maggioranza.
Non è affatto azzardato ritenere che, anche alla Camera, registreremo alcuni voti in più rispetto a quelli attesi. L’opposizione non è riuscita a sfondare e i quattro voti ulteriori per la maggioranza ottenuti al Senato, la dicono lunga su come andrà a finire”.
L’On. Berardi, rientrato ieri mattina dagli Stati Uniti dove, nel fine settimana scorso, ha tenuto alcune manifestazioni filantropiche per l’Abruzzo post-sisma, insiste: “Non si capirebbe d’altronde per quale motivo, in un momento così delicato per l’economia nazionale e mondiale, la politica italiana dovrebbe indugiare in viete polemiche, rinunciando all’azione riformatrice del proprio Governo. Per questo, così come già avvenuto nell’altro ramo del Parlamento, anche qui assisteremo all’emergere di un superiore senso di responsabilità da parte di colleghi ritenuti incerti. Ecco perché, secondo molti di noi, questa battaglia terminerà con uno scarto fino a cinque voti in più per il Governo Berlusconi.
                                                  Ufficio Stampa on. Amato Berardi

domenica 12 dicembre 2010

LA CRISI VISTA DAGLI ITALOAMERICANI: "NEGLI USA NON CI SONO I RIBALTONISTI". Intervista all'on.Amato Berardi (PdL) di Filippo Benedetti Valentini


O Governo Berlusconi o elezioni anticipate. E' la certezza della maggioranza che, fiduciosa di incassare il sì al Senato e alla Camera, tiene fisso il timone sulla rotta del 14 dicembre.
Anche Amato Berardi, membro della Commissione finanze a Montecitorio, pidiellino italo-americano con base a Philadelphia eletto nella circoscrizione "America Settentrionale e Centrale", è "sicuro che il presidente Berlusconi avrà la fiducia". Ma intanto, le relazioni internazionali italiane finiscono sotto il fuoco (fatuo) delle rivelazioni di Wikileaks e le manovre dei ‘terzopolisti’ mettono a rischio la stabilità politica del Paese che, proprio secondo il premier, potrebbe diventare "bersaglio della speculazione internazionale come la Grecia e l'Irlanda". Tuttavia c'è uno spiraglio di trattativa e Berardi ne è convinto.  
Onorevole Berardi, dunque per la maggioranza c’è un margine di trattativa?
Sono certo che la fiducia ci sarà, ma quello della trattativa è uno scenario possibile. L’apertura a Udc e Fli potrebbe garantire all’esecutivo una stabilità che ci permetta di governare per tutta la legislatura. Significherebbe andare avanti con le riforme necessarie per l’Italia. Se questo dovesse comportare l’apertura di un tavolo di confronto anche sulla legge elettorale, sarebbe per il bene del Paese.
Lei viaggia continuamente tra l’Italia e gli Stati Uniti. Come vengono giudicate le vicende politiche italiane dagli americani?
I giochi politici fondati su questioni di Palazzo o di carattere personale sono molto criticati negli Stati Uniti. In verità, molti non capiscono cosa stia succedendo per una ragione molto semplice: nel sistema americano una volta che il popolo ha espresso la sua volontà nei confronti di un partito e del suo leader la legislatura deve continuare e non c’è spazio per soluzioni "di ripiego" o ribaltoniste. Per gli americani c’è in ballo l’etica stessa della democrazia. In Italia, per alcuni, questo valore non sembra contare allo stesso modo.
La riforma dell’Università italiana è stata motivo di grande scontro, fuori e dentro il Parlamento. Secondo lei rischia di finire ad un binario morto?
Io penso di no. Anzi, bisogna fare in modo che questa legge vada avanti, perché il sistema universitario italiano ha bisogno di un cambiamento radicale.
Crede che con questa riforma le università italiane possano avvicinarsi al modello di governance americano, noto per la sua efficienza in tutto il mondo?
Il sistema americano e quello italiano sono profondamente diversi, non è facile metterli in relazione. Negli Stati Uniti, ad esempio, gli studenti frequentano lezioni in classe, non fanno esami e mentre studiano svolgono attività lavorative inerenti al loro percorso di studio. Quindi è un approccio sostanzialmente diverso dal nostro. Bisogna però considerare anche che in America lavorano circa 15 mila ricercatori italiani: vuol dire che le conoscenze dei nostri ricercatori sono ottime. Quello che deve cambiare è la limitazione degli sprechi e la gestione dell’Università, altrimenti i migliori tenderanno ad andarsene.
Ormai è un refrain: l’Italia spreca un sacco di soldi. Stavolta però c’è chi dice che siamo sull’orlo del burrone finanziario come Grecia, Irlanda e Portogallo. E’ così?
Certamente abbiamo dei problemi enormi ma anche una fortuna: gli italiani sono dei grandi risparmiatori. Detto ciò bisogna stare molto attenti, perché attualmente le esportazioni sono molto difficili e gli investitori sono scoraggiati. Il sistema di tassazione italiano, ad esempio, è troppo pressante.
Quanto influisce l’instabilità politica italiana nei rapporti economici internazionali?
Moltissimo. Ultimamente l’Italia, vista dall’estero, appare un Paese debole e questo non attrae certo gli investimenti. Ora, un passo avanti come quello dell’Università sarebbe il caso di farlo anche sulla Giustizia. Pensi che alcune multinazionali non si immettono nel mercato italiano perché da un lato il regime di tassazione è molto alto, dall’altro perché il sistema giudiziario, troppo lento, non rassicura gli investitori che temono il rischio di dover affrontare spese insostenibili. Molte aziende americane vogliono addirittura fuggire dall’Italia.
Secondo lei la vicenda Wikileaks sta inasprendo i rapporti fra Italia e Stati Uniti?
C’è ben poco di concreto nelle rivelazioni di cui si è parlato in questi giorni. I rapporti tra Stati Uniti e Italia sono molto buoni. I diplomatici spesso esprimono dei giudizi personali che servono esclusivamente per gli incontri politici. Questo non significa che certi giudizi rispecchino i sentimenti dei cittadini o dei governi.
Eppure, l’asse Italia-Russia e il progetto "South Stream" per l’approvvigionamento europeo di gas, sembra sia per gli Stati Uniti la causa di qualche mal di pancia.
Certo, la partita energetica è una cosa seria e su certi interessi gli Stati Uniti non vogliono essere messi da parte. Ma non ci scordiamo che Usa e Italia continuano ad essere fianco a fianco nella missione in Afghanistan. Credo, dunque, che il segretario di Stato Hillary Clinton sia stata sincera nel dire che ci sono ottimi rapporti di amicizia con Berlusconi e con l’Italia. E’ anche il sentimento dei parlamentari americani.
Rimaniamo sul versante americano. Ora che le elezioni di Medio termine hanno decretato una sconfitta per i democratici, qual è la strategia repubblicana?
Ora i repubblicani dovranno puntare più che mai al consenso dei lavoratori delle piccole e medie imprese. Quello è un bacino che contiene circa l’80% dei lavoratori americani.
I democratici hanno goduto a lungo del consenso della cosiddetta "cintura della ruggine" di cui la Pennsylvania fa parte, cioè l’area a nord est degli Usa dove si trovano moltissime fabbriche e quindi una grande concentrazione di operai. Il partito del presidente Obama ha ancora quei voti?
Ormai Obama li ha persi. Ma non è tutto, perché nella stessa area il presidente ha perso anche i consensi degli imprenditori. Pennsylvania, Ohio, Indiana e Illinois erano un tempo Stati strategici per i democratici. Ma nella "cinta" Obama ha conseguito il risultato più basso della storia dei democratici. Questo è accaduto perché il "macromanagement" obamiano ha dato poco spazio a persone della sua amministrazione che potevano garantirgli quei voti.
Cosa pensa del fenomeno "Tea Party"?
Stanno avendo un buon seguito a causa di una parziale perdita di consensi sia da parte di democratici che dei repubblicani. La riforma della sanità, che prevede un innalzamento della pressione fiscale, è stato un elemento propulsore del consenso del Tea Party. E’ un ruolo che stanno giocando molto bene.
L’Italia e gli Stati Uniti hanno moltissimi rapporti commerciali importanti. Per lei qual è la carta sulla quale è più importante puntare?
L’accordo Fiat-Chrysler lo è sicuramente. Sono certo che i prodotti Fiat andranno molto bene sul mercato americano

martedì 7 dicembre 2010

INVITO AGLI ITALOAMERICANI DI PHILADELPHIA, NEW YORK, BOSTON: NATALE INSIEME PER L'ABRUZZO

Cari amici,
su sollecitazione comune a molti di noi, quest’anno è richiesto un supplemento di impegno per festeggiare insieme i giorni immediatamente precedenti il Natale.
L’occasione sarà utile, infatti, a ricordarci di quei nostri fratelli più piccoli e sfortunati che, colpiti dal terremoto dell’Abruzzo, non avranno il calore di un padre e di una madre con cui ritrovarsi.

Abbiamo pertanto predisposto tre eventi-incontri a Philadelphia, New York e Boston, in un ideale abbraccio tra tutti gli appartenenti alle comunità italiane di questa parte d’America.
I tre eventi saranno allietati dai migliori interpreti della musica partenopea e vedranno la più ampia partecipazione dei nostri amici e colleghi. Non prendete altri appuntamenti: solo noi italoamericani, da qui, possiamo dare una mano a chi ha bisogno nella madrepatria!

VENERDI’ 10 DICEMBRE
PHILADELPHIA
Holy Savior di NorrisTown (PA), ore 7pm;

SABATO 11 DICEMBRE
NEW YORK
Auditorium New Utrecht High School, ore 7pm;

DOMENICA 12 DICEMBRE
BOSTON
Everett High School, ore 7 pm.

I fondi raccolti –si auspica una donazione minima di 20 dollari- andranno a beneficio della Casa Famiglia ANFFAS di Teramo, selezionata lo scorso mese dal Montecitorio Running Club quale destinataria dell’iniziativa filantropica avviata nel corso della maratona di New York.

Vista la finalità benefica delle serate, chiedo pertanto a ognuno di voi di poter partecipare, contattando il massimo numero di amici e colleghi.
Sarà l’occasione per regalare un nuovo sorriso a chi ha conosciuto solo lacrime, rinnovando l’amicizia tra tutti noi e quello stesso forte vincolo di solidarietà che ci lega saldamente alle nostre comuni radici.

Grazie

                                                                       On. Amato Berardi 
               
PER QUALSIASI ULTERIORE INFORMAZIONE CONTATTARE:
Per Philadelphia, Alex Chiaro 2152908513 e Joe Messina 2157407693;
Per New York, Angelo Vinciguerra 9175197651 e Gennaro Della Gatta 7186994379;
Per Boston, Domenico Susi 6176055099, Filippo Frattaroli 7813544135, Maurizio
Pasquale 6178181914

venerdì 3 dicembre 2010

PIU' GEMELLAGGI E SISTER SCHOOLS TRA ITALIA-USA: UN'INTERROGAZIONE AL GOVERNO PER RAFFORZARE IL CONFRONTO INTERCULTURALE PREUNIVERSITARIO

Dopo la valutazione positiva da parte mia e della maggioranza della Camera sulla Riforma universitaria del Ministro Gelmini, ho ritenuto di continuare a occuparmi di formazione a livello però scolastico e con un peculiare taglio di intervento.
Ho dunque presentato un’interrogazione al Ministro dell’Istruzione e a quello degli Esteri per conoscere l’orientamento del Governo in merito alle dinamiche di internazionalizzazione delle Scuole Secondarie Superiori.
Il Governo Berlusconi ha infatti il merito di aver costituito lo scorso anno l’Osservatorio Nazionale sull’Internazionalizzazione delle Scuole e la mobilità studentesca, il primo strumento in assoluto per verificare gli scambi esistenti, i gemellaggi avviati, la partecipazione a progetti e, soprattutto, il numero di coloro che hanno preso parte a scambi individuali di media e lunga durata, con l’indicazione dei Paesi di destinazione e provenienza.
Con tale Osservatorio abbiamo scoperto fatti assai interessanti.
I dati ufficiali 2009 -riferiti all'anno precedente- indicano in 2.600 gli studenti stranieri in Italia in base a programmi individuali, e in 3.800 quelli italiani all’estero.
Al momento il flusso è fortemente sbilanciato, e ciò vale anche per l’interscambio con gli Stati Uniti, da cui provengono circa il 20% degli studenti, ma verso cui tendono ben il 65% dei giovani italiani, mentre un ulteriore 11% si rivolge al Canada.
L’interrogazione promuove l’idea di un vasto rassemblement del mondo della Scuola italiana, teso ad attivare il più ampio numero di gemellaggi e sister schools tra Istituti italiani e nordamericani, comportando così un maggior afflusso di studenti stranieri nel Belpaese e un riequilibrio complessivo della popolazione studentesca in entrata e in uscita. Ciò anche considerando che l’italiano, negli Usa, è la quarta lingua più studiata e, quindi, l’interesse per la nostra cultura è già assai elevato, benché i corsi attuali dell’euro probabilmente non favoriscono massicci afflussi da Oltreoceano, penalizzati pesantemente dal cambio valutario.
E’ però possibile incentivare tali scambi.
Al fine di un più ampio confronto interculturale preuniversitario tra Italia e Usa, riterrei opportuno rafforzare il coinvolgimento delle maggiori associazioni culturali italo-americane, ma anche di Ambasciata, Consolati, Uffici di Promozione e Istituti di Cultura. E’ in questa cornice che si colloca la mia interrogazione ai Ministri Gelmini e Frattini.

                                                             Amato Berardi