Le Poste Americane e i 150 anni dell’unità d’Italia. Un’intuizione culturale e un’opportunità storica che l’on. Amato Berardi, deputato PDL eletto in Nord-America, non si è lasciato sfuggire.
“Qualche tempo fa abbiamo sensibilizzato le Poste Americane e il Postmaster general –direttore esecutivo delle US Post- per un francobollo sui 150 anni dell’Italia unita. Oggi siamo alla fase decisoria: il provvedimento finale verrà adottato in tempi brevi”.
L’iter che, negli USA, conduce allo stamp celebrativo non è semplice, né si può dare alcunché per scontato. “Si consideri che, negli Stati Uniti, le Poste sono un’Agenzia del Governo Federale”. Non a caso il primo Postmaster general fu uno dei Padri Fondatori degli States, Benjamin Franklin, 235 anni or sono.
Quanto alle commemorazioni, il codice postale USA prevede poi all’articolo uno che si debbano rappresentare anzitutto tematiche americane. Ma l’articolo otto stabilisce che, su basi cinquantennali o superiori, si possano anche commemorare anniversari di altri Stati.
L’attesa riproduzione commemorativa avrebbe un valore ben più che simbolico o meramente filatelico. “Storicamente è un fatto che l’Italia unita, auspice Garibaldi, venne subito riconosciuta dagli Stati Uniti d’America –ricorda Berardi- Era il 13 aprile 1861. Da allora ebbe inizio una relazione che, eccetto per la tragica fase del ventennio, sarebbe divenuta sempre più forte e solida sul piano culturale e politico, nell’interesse non solo di due popoli, ma del mondo intero”.
Per Berardi, nato in Molise ed emigrato adolescente a Philadelphia, tale evento “rivestirebbe un alto significato per tanti italiani all’estero, per gli oriundi –si parla di ben 64 milioni di persone- ma anche per lo stesso Belpaese”, grazie al conseguente ritorno di immagine.
Berardi rilancia: “Dobbiamo tentare un’operazione analoga con altre nazioni del mondo, oltre agli States. Invito i miei colleghi in Parlamento ad andare oltre le contingenze, mostrando spirito di coesione nazionale almeno su questi temi. Peraltro il raggiungimento di simili obiettivi non comporta oneri per il nostro Stato”.
Intanto, entro breve conosceremo l’orientamento ufficiale delle Poste Americane. L’illustrazione del francobollo commemorativo sarà svelata poco dopo.
Roma, 1 novembre 2010