Dopo Centro e Sud America, la nuova Fiat Cinquecento sbarca negli Stati Uniti |
La Fiat lasciò il mercato americano nel 1983. “Non avevo nemmeno 25 anni -rammenta l’on. Amato Berardi (PdL), allora già emigrato dal Molise a Philadelphia- ma ricordo bene il senso di frustrazione di tanti italoamericani che, in quell’abbandono, avvertirono un tuffo al cuore”. Effettivamente rimasero l’Alfa –destinata poi anch’essa a ritirarsi- la Ferrari e la Maserati, un target molto alto perfino in America.
Amato Berardi, unico eletto alla Camera dei Deputati per il PdL nella Circoscrizione Nord e Centro America, è in queste ore impegnato alla Camera nel voto sulla Legge di Stabilità, ma osserva con sincero compiacimento le agenzie relative al ritorno del Gruppo Fiat negli States, con lo sbarco ufficiale della Cinquecento a Los Angeles. “C’è stato qualcosa di fortemente intuitivo e di paradossalmente geniale –afferma Berardi- nella visione di Marchionne, AD del Gruppo Fiat-Chrysler. Anzitutto, è vero, c’è la tendenza generale al downsizing, accentuata dalla crisi. E la Fiat ha scelto con ragione la California quale Stato elettivo per la cerimonia di inaugurazione: questo è lo Stato USA dove la legislazione ambientale è da sempre più rigorosa, un campo in cui Fiat può vantare indiscutibili primati”.
Ma occorre ammettere che ci vuole coraggio per proporre all’America un modello così diverso dallo stereotipo con cui molti, specie dall’Europa, sono abituati a pensare al Nuovo Mondo. Marchionne vorrebbe in tal modo intercettare le nuove sensibilità emerse in questi anni oltreoceano, con gli acquirenti statunitensi che guardano con sempre maggiore attenzione a consumi e dimensioni.
Per Berardi siamo comunque dinanzi a una sfida già vinta. “La sola presenza di Fiat negli USA rappresenta una rilevante affermazione culturale. Con la Cinquecento, poi, è la cronaca di un successo annunciato, di una riscossa che ci riguarda e ci appassiona come italiani all’estero e come italoamericani. E’ il successo di un Paese che, quando recupera le ragioni della propria unità, è capace di slanci intellettuali e industriali senza paragoni”.
Questo sembra davvero il tempo degli italiani nel mondo: potrebbe valere per il ritorno della Fiat negli Usa, così come per le ripetute scoperte di scienziati e ricercatori overseas e, sotto altri profili, per la diffusione della cultura italiana, con la crescita esponenziale, ad esempio, degli studenti della lingua di Dante nelle High School americane.
I tempi della Fiat Strada sono lontani, ma quel giovane studente che un tempo la guidava, oggi, dopo esser stato eletto presidente degli Stati Uniti, ha scelto proprio Fiat quale partner di Chrysler. Che oggi sta rinascendo.
E allora Berardi: di corsa in uno dei 165 nuovi concessionari americani Fiat? “Il mio cuore dice sì. Ma la Cinquecento numero uno sia consegnata all’Amministrazione Obama che ha lavorato perché Fiat, dopo oltre un quarto di secolo, potesse tornare negli USA”.
Andrea Liberati
Ufficio Stampa On. Amato Berardi